Diario di bordo – Classemini650

24 Giugno 2009

A cura di Stefano Paltrinieri

La regia del MiniFastnet 2009 è stata evidentemente affidata ad un genio: nulla, ma proprio nulla, è stato dimenticato per rendere il canovaccio avvincente, vario e tecnicamente significativo per gli spettatori ed il pubblico.
Il percorso, già di per sè funzionale quant’altri nessuno a recite superbe, è stato valorizzato da un meteo che ha proposto in successione mozzafiato ogni situazione possibile ed immaginabile.
Alle bavette cangianti di tipo lacustre che hanno rallentato tutti all’uscita del Golfo di Douarnenez, è seguita una bolina con un 4 scaldamuscoli, dilatata per tutto il Chanal du Four.
L’onda morta in assenza di vento ha inflitto una prima notte atroce ai concorrenti, in lotta con boma oscillanti e spi fradici e recalcitranti e non tanto migliore è stata la prima metà di Manica, “sudata” con ariette di 4-5 nodi vanificate dal beccheggio smodato su onda contraria.
Il provvidenziale SW, ridistesosi da par suo fino a 20 nodi, ha ridato fuoco alle caldaie del gruppo che, doppiata una splendida Wolf Rock con le macchine fotografiche in mano, ha poi finalmente fatto rotta per il Fastnet con onda calante e vento in riduzione ma in favorevole rotazione più a Sud, quindi quasi in rotta diretta.

Il “genio” dell’organizzazione aveva fatto le cose per bene, predisponendo correnti forti da SW giusto giusto nelle ore precedenti e seguenti l’atterraggio al Fastnet.
Nessuno nè stato colto di sorpresa ma i commenti colti in banchina dopo l’arrivo, anche tra “pellacce” con anni di miglia sul groppo, sono stati unanimi: tutti avevano vissuto una delle esperienze più “forti” della loro carriera.
Il vento sui 25-35, la pioggia battente, l’oscurità oppressiva hanno creato un cocktail di rara intensità, solo un pò mitigato dal fatto che non occorreva bolinare stretto.
Il sinistro padrone di casa ha giocato crudelmente, celandosi alla vista dei concorrenti in avvicinamento serale o notturno fino alle ultime 5 miglia, per poi stordire tutti con una visione da incubo.
Evidentemente il genio di cui sopra ha attinto a piene mani al repertorio de “Il Signore degli Anelli” o de “La Guerra dei Mondi” per confezionare tanto gotico orrore.
Il Fastnet “spara” con un occhio rettangolare diabolico, sempre visibile da vicino, dall’alto dei suoi 80 metri di altezza, due fasci di luce a croce,che ruotano ciclicamente su sè stessi.
La pioggia fittissima li moltiplicava in un’alone spaventoso, consentendo di fargli riflettere i frangenti mugghianti ai suoi piedi e sottolineare a cicli il profilo turrito dello scoglio: un vero Sabba!
Doppiato con le orecchie bassissime il funereo repere il gruppo si è ritrovato nelle stesse condizioni dell’andata, ma sulle altre mura.
Si è trattato di una situazione di pericolo per molti: le collisioni tra il gruppo in discesa e risalita si sono spesso sfiorate e per il Dingo 502 ed il D2 Kolibrì si è materializzato quello che lo skipper del primo, all’arrivo, mi ha descritto come “l’Inferno”.
Il cozzo atroce ed inatteso tra le barche in corsa folle nell’oscurità assoluta crediamo che non verrà più scordato da nessuno dei protagonisti!
Altri hanno disalberato, alcuni hanno registrato danni al timoni, ritirandosi, con chissà quale entusiasmo, in porti Irlandesi

Siamo in Atlantico e la metereologia, per fortuna, segue regole precise e prevedibili.
Come anticipato nel briefing pre-start a metà mattina di mercoledì, in non più di trenta secondi, si è materializzata l’attesa”bascula”.
Pur non perdendo eccessivamente di forza il vento è ruotato a NW.
Come credete che abbiano reagito equipaggi esauriti e fradici da quasi 15 ore di pioggia, vento ed onda? Ma signori… siamo in Bretagna sicchè… si mette spi e si parte sul filo della starorza continua !

Devo riconoscere che queste cose nel nostro Med, sui percorsi a cui siamo abituati, è difficile possano accadere: DUECENTOOTTANTA miglia sotto spi, dai 25 nodi iniziali, calando ai 15 dell’ultimo Golfo: un’ebbrezza di difficile descrizione ma tanto, tanto appagante.

Che deduzioni tecniche possiamo trarre alla fine di questa fantasmagoria caleidoscopica di avvenimenti?

Il Mini Fastnet è evento molto sentito al Nord e, come avevo già scritto prima della partenza, i campioni hanno fatto la fila per cercare un’imbarco.
Thierry Dubois, Manuard, Ryou, Maslard, Le Vourch, Nick Bubb, Bourgues, Piveteau… ministi di punta dell’altro ieri hanno impreziosito le liste partenti ed il massimo si è raggiunto al prologo, dove Ruyant ha imbarcato nientemeno che Sebastian Josse.

Le Diraison sta aggiustando il tiro: vincere in una settimana Map e Fastnet lo titola come campionissimo della specialità.

Il mito c’è ancora: chi ha dimenticato l’avveniristico e bellissimo Karen Liquid su cui Magnen ha vinto due Transat 10 anni fa? Questa volta ha perso la gara per soli 90 secondi a riprova che anche le barche vecchie, se ben tenute ed attualizzate, possono dare ancora soddisfazioni enormi.

Il livello medio tra i Proto è altissimo: l’arrivo di 11 barche in 36 minuti riprova che è proibito perdere anche solo un’attimo di concentrazione.

La nouvelle vague dei Serie avanza: due lenze come Benoust e De Terran questa volta ce l’hanno fatta, ma gli Under 24 come Rogues, Beaudart e Dalin mettono tutto il peso della loro bravura e del loro allenamento, monopolizzando tutti i posti a seguire.

Il Nacira si sta calibrando bene… sarebbero arrivati quarto e quinto tra i Serie e, con solo due barche alla partenza, ci pare un bell’incunearsi tra i P2.

Amatori con pochi soldi udite, udite: i vecchi ed economici P1 sono ancora vitalissimi e solo la lunghissima impoppata finale li ha allontanati un pò dal cuore del gruppo.
Il loro rapporto prezzo-possibilità di divertirsi permane altissimo…
E gli Italiani?
Siamo convinti che solo venire fin quassù a confrontarsi con una realtà così impegnativa costituisca già un titolo di merito enorme.
Nello specifico:

Casinò di Lugano del Ticinese Rossi, coadiuvato da Paltrinieri,
ha pagato un filo qualche avarietta di troppo, ma è sempre rimasto in un bel gruppo di velisti di spessore.
Basti ricordare che il vincitore della Mini Serie 2007 e detentore del record sulle 24 ore (269 mn), Piveteau,ha portato il suo P2 solo poco più di mezz’ora prima di loro!
Nei prossimi giorni faremo un racconto più dettagliato della loro esperienza.

Golden Apple di Tosi/Miegge
Luca ha compiuto un miracolo logistico riuscendo a partire da Venezia, per motivi di lavoro, solo all’ultimo, con la barca imbragata adagiata su di un fianco, su di un materasso di espanso e fissata con trabattelli da edilizia. Dopo 7 mesi di abbandono le condizioni del suo P2 erano proporzionali alla qualità, pur geniale, dell’imballaggio: solo tanto olio di gomito e determinazione a prova di bomba gli hanno permmesso di essere al via.
Logicamente la stanchezza ha poi chiesto “dazio” ed i due bravi velisti al Fastnet erano un pò in riserva… Comunque un bel passo avanti per Luca in prospettiva Transat!

Yak di Gallo/Tiengo
A Maurizio, tornato giusto in tempo dal Pakistan ma con solide basi organizzative spettava un compito ostico, dal momento che il suo Twister corre ancora coi Proto.
Purtroppo la complicata uscita dal Golfo di partenza, con le ariette che neanche il lago di Bracciano, gli è stata fatale. Maurizio ha perso l’attimo per poco ed è arrivato al Four con corrente sfavorevole.
Da lì in poi, e si era appena partiti, ha dovuto correre praticamente da solo, a cronometro, senza il beneficio ed il sollievo dei contatti diretti.
Lui e Massimo non hanno peraltro mollato un solo attimo, terminando con un distacco assolutamente dignitoso dal gruppo, a riprova di buona velocità e capacità tecniche.

Riccardo Apolloni
Riccardo si era preso un turno di “riposo” lasciando il fido P2 a riposare a La Rochelle imbarcandosi col sudafricano Trautman su di un proto di Magnen.
I due stavano conducendo una prova pari alla loro bravura, tirando sotto Code 5 sulla rotta del ritorno, quando il cedimento della calza di una volante ha determinato la caduta dell’albero ed il ritiro in quel posto isolato e bellissimo (così dice Riccardo) che è St. Mary sulle Scilly. Credo che avrebbero fatto volentierissimo a meno di conoscerlo!

Archiviamo dunque questa edizione del Mini Fastnet che, a detta di molti, è stata una delle più “virili” degli ultimi anni.
Ringraziamo i meravigliosi volontari dello splendido Circolo Nautico di Douarnenez che hanno reso indimenticabile ed agevole ogni attimo della nostra permanenza.
…personalmente abbiamo già voglia di ritornarci…